Simona Muscari

PERCHÉ LE COCCOLE FANNO COSÌ BENE ALLA COPPIA single elite

Come funzionano davvero le cose in quelle coppie invidiabili dove lui e lei passeggiano tenendosi per mano, dove, anche quando sono in pubblico hanno il bisogno di toccarsi, di accarezzarsi, di sentire il contatto e la vicinanza dell’altro… un’unione ancestrale, chimica, dove la sensazione è quella di aver trovato l’altra metà della mela.

Gli abbracci, le carezze, i massaggi, la tenerezza contribuiscono a mantenere viva la felicità in una coppia.

Lo dice anche la scienza: le coccole, gli abbracci, il contatto fisico, i gesti intimi rendono più saldi i rapporti.

A sostenerlo sono studi secondo i quali i gesti intimi migliorano la soddisfazione all’interno della coppia, fanno sentire più sicuri e hanno un effetto positivo sull’umore, gli abbracci ad esempio, producono ossitocina, (l’ormone dell’amore) che fa bene alla salute e al legame di coppia.  Ma ci sono tante ottime ragioni per toccare, accarezzare ma anche scrivere o sussurrare parole dolci al nostro partner.

La dimostrazione d’affetto e il contatto fisico sono fondamentali nella coppia, sono un bisogno fisico e mentale profondo. Le coccole uniscono. Il legame che si crea fra i corpi si riflette inevitabilmente anche nei vostri sentimenti. Quando vi abbracciate, vi accarezzate, coinvolgete non solo i vostri corpi, ma anche la vostra anima e questo vi tiene uniti anche quando non siete insieme fisicamente. Coccolarsi è un atto spontaneo, viene in maniera naturale e istintiva.  Ma attenzione a farle bene: le coccole richiedono attenzione; non puoi abbracciare il tuo compagno o la tua compagna mentre posti una foto su Instagram!

Coccolarsi dunque è una delle poche attività che vi “costringe” dolcemente a occuparvi solo ed esclusivamente di voi due, lasciando tutto il mondo fuori. E ogni tanto fa davvero bene alla salute della coppia! Chi ha incontrato l’anima gemella e desidera tenersela stretta a lungo farebbe bene a non trascurare i contatti fisici e le piccole tenerezze. Sono un ottomo investimento per il futuro e la salute del vostro rapporto di coppia.

Coccolatevi spesso, coccolatevi di più…

 

Gli uomini si rifugiano nelle caverne e le donne parlano “Una delle maggiori differenze esistenti tra uomini e donne è il loro modo di affrontare lo stress”

“Una delle maggiori differenze esistenti tra uomini e donne è il loro modo di affrontare lo stress”

Due modi che possiamo definire agli antipodi; gli uomini tendono a chiudersi sempre più in se stessi e a concentrarsi sul problema, mentre le donne si sentono via via sempre più emotivamente coinvolte. In queste circostanze, le necessità dei due sessi divergono. L’uomo si sente meglio se risolve i problemi, la donna se ne parla.

L’incapacità di capire e accettare questa differenza crea nei nostri rapporti frizioni superflue. Vediamo un esempio. Un uomo torna a casa, vuole rilassarsi leggendo il giornale. È stressato a causa dei problemi irrisolti della giornata e trova sollievo nell’ accantonarli. Anche la donna vuole rilassarsi dopo una giornata pesante. Lei, tuttavia, aspira a trovare sollievo parlando dei suoi problemi; quindi, tra di loro, la tensione cresce fino a trasformarsi in risentimento.

L’uomo è segretamente convinto che la compagna parli troppo, mentre lei si sente ignorata. Se non arriveranno a capire le differenze esistenti tra loro, si allontaneranno sempre di più.

È probabile che abbiate riconosciuto questa situazione, perché è solo una delle tante in cui uomini e donne si trovano in contrasto. Il problema non è infatti riguarda quasi tutti i rapporti interpersonali. La soluzione al problema di  non dipende tanto dall’amore reciproco, quanto dalla comprensione  e la consapevolezza che ciascuno dei due ha nei confronti dell’altro.

Ignorando che le donne hanno bisogno di parlare dei loro problemi per sentirsi meglio, l’uomo resterà fermo nella sua convinzione che lei parla troppo e continuerà a rifiutarsi di ascoltare.

Ignorando che il suo uomo sta leggendo il giornale per sentirsi meglio, lei continuerà a sentirsi trascurata e non considerata. Si ostinerà inoltre nei suoi tentativi di farlo parlare quando lui non ha voglia di farlo.

Ecco, in queste circostanze diventa cruciale tenere in considerazione le diversità che esistono tra il mondo maschile e quello femminile; non farlo potrebbe portare inevitabilmente ad un allontanamento e a volte anche ad uno scontro, semplicemente per errori di decodifica nel modo di essere, di vedere le cose e di affrontarli che c’è tra il mondo femminile e quello maschile. Vi posso assicurare che essere consapevoli e mettere i pratica certe conoscenze cambierà notevolmente la qualità dei vostri rapporti, parola nostra… e di John Gray.

Alcune parti tratte da: “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere” di John Gray

 

Relazioni solide e appaganti

Le relazioni riflettono la qualità della nostra vita, quindi è importante interrogarci su come comportarsi per costruire relazioni più felici e durature. Le relazioni amorose e non solo, sono l’espressione di un bisogno primordiale di socialità dell’essere umano. La natura e la qualità delle relazioni che abbiamo con gli altri sono fondamentali per la nostra felicità.

Avere delle relazioni felici, tuttavia, non è per niente semplice o scontato. E non è raro infatti assistere a crolli  improvvisi sotto il peso del tempo o di un cambiamento di percezioni, di idee, di stili di vita. Le relazioni cambiano, cambia la nostra interazione col mondo, è un processo naturale.

È possibile che se incontro una persona che mi crea sofferenza e il nostro rapporto si esaurisce, devo riconoscere che la radice del problema può essere proprio dentro di me? Il risultato di una relazione, il suo successo o la sua involuzione non prescinde mai da noi, anche quando ci sembra che la persona sbagliata sia solo ed esclusivamente l’altro.

Il motivo della rottura è dentro la nostra vita e si manifesta quando le condizioni sono mature. Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, la nostra condizione vitale, l’energia che abbiamo, gli atteggiamenti che più o meno consapevolmente assumiamo, condizionano a un livello profondo anche la vita degli altri. Quindi, serve comprendere fino in fondo l’importanza del nostro ruolo in una relazione e la possibilità che abbiamo di guidarla, in una direzione piuttosto che un’altra.

Ogni nostro cambiamento interiore si riflette in una trasformazione dell’ambiente esterno, del nostro mondo, e di come lo percepiamo.

Se volete trasformare una relazione trasformate prima voi stessi

Non abbiamo il potere di cambiare i comportamenti degli altri, che si tratti di un partner o di un collega o di un familiare. Se siamo noi a soffrire, la soluzione del problema va cercata dentro di noi. E quanto più siamo bravi a rinnovare il nostro modo di pensare e agire, a spezzare il circolo vizioso di certe dinamiche comportamentali, tanto più saremo in grado di realizzare relazioni felici e durature.

Questo non significa assolutamente che siamo sbagliati, significa che, abbiamo il potere di trasformare gli effetti associati a quelle cause.

Concentrarsi su se stessi

Nel momento in cui smettiamo di voler esercitare il controllo su ciò che non possiamo controllare, la percezione che gli altri hanno di noi, e quella che noi abbiamo di noi stessi cambia magicamente.

Una relazione sentimentale appagante e duratura è il sogno di tanti. Trovare la persona che si ama tuttavia, il partner ideale, è un processo a volte lungo e faticoso. E non sempre si intuisce che questo processo va di pari passo con il nostro sviluppo personale.

Trovare la persona giusta è come curare un giardino. Coltiviamo dunque le relazioni che abbiamo. Ognuna può darci qualcosa di meraviglioso per la nostra vita.

Ecco alcuni consigli fondamentali:

Impariamo ad ascoltare. È la forma più bella e profonda di relazione. Ascoltare è una forma di comunicazione ben più difficile e apprezzata. Chi si sente ascoltato entra in comunicazione con noi e ci condivide il suo sentire.

Paragonarsi agli altri fa solo male. Ognuno di noi ha il proprio passato, con cose che ha potuto scegliere e altre che ha potuto solo subire. L’unico paragone che può avere senso è con ciò che siamo stati: siamo diventati migliori se ci guardiamo indietro? Come è cambiata la nostra vita? Cosa abbiamo realizzato?

Riconoscere le relazioni sane e quelle malate. Ci danno un’energia pazzesca, ci aiutano a vivere più sereni, hanno una funzione stimolante e motivazionale; al contrario le relazioni “malate” che ci portano ad essere insicuri, a concentrarci ossessivamente sul rapporto, assorbono energia e appesantiscono la vita. I rapporti positivi sono quelli in cui nessuna delle parti prevale sull’altra.

Concentriamoci su noi stessi, su cosa possiamo cambiare partendo da noi, non dagli altri

Una relazione umana non è che l’immagine di una condizione interiore riflessa nello specchio del mondo esterno. Cambiando la condizione interiore cambia l’immagine riflessa.

 

 

Si può essere anche amici del proprio partner Single Elite

In molti sostengono che l’amicizia è indispensabile in un rapporto di coppia. Spesso succede che ci si stupisca di questo concetto, eppure, proprio come il sesso, un rapporto di complicità e amicizia può essere un collante granitico per una coppia.

Fare degli sforzi attivi per coltivare la relazione. “L’amore non basta e una persona non è mai conquistata”

Quali sono le caratteristiche dell’amicizia che sarebbe importante avere anche in una relazione di coppia e che spesso, vengono a mancare?  In un contesto di amicizia, ci sentiamo in genere attivi e protagonisti: siamo noi che facciamo delle azioni concrete per coinvolgere l’altro e rafforzare il rapporto. In coppia, invece, ci si potrebbe illudere di essere sempre attraenti per l’altro senza sforzo.

Spesso illusi che basti amare, che l’amore faccia tutto da solo, ci risvegliamo ben presto in una relazione dove l’amore è finito e il viso della persona amata sembra improvvisamente quello di un estraneo, e magari, non sappiamo bene neanche il perché.

Dimostrare coinvolgimento, condividere tempo, attività e interessi.

Nelle amicizie vi è un patto implicito tra le persone che da parte di entrambi viene nutrito e manifestato attraverso gesti e parole, condivisione di interessi e di attività. L’amicizia è un potente antidoto alla fragilità odierna del legame di coppia. Essere Anche amici permette la prevalenza dei sentimenti positivi all’interno di un rapporto di coppia, anche se, l’amicizia non impedisce alle coppie di litigare, impedisce però ai litigi di sfuggire di mano.

Si può essere anche amici del proprio partner?

Un collante fondamentale

L’amicizia aiuta a nutrire il rapporto, giorno dopo giorno. Sintonia, complicità, armonia: sono questi gli elementi che permettono di «gettare un ponte» nel mondo interiore dell’altro, avvicinando i due partner sempre di più e rafforzando il loro legame, così da affrontare al meglio le tempeste della vita. Essere amanti non è sufficiente, dunque, per una relazione sana ed equilibrata: per raggiungere il benessere psicologico è necessario essere anche amici.  L’amicizia è caratterizzata da sentimenti quali il rispetto e la considerazione, che possono mancare quando si parla di due amanti.

La complicità nella coppia si rivela quando, in alcuni momenti importanti della propria vita, si cerca l’altro così da condividere con lui o lei emozioni positive e negative per affrontarle insieme, anche i momenti più difficili, il che non significa escludere le altre amicizie, che rimangono fondamentali per il benessere della relazione; una coppia chiusa rischia di creare un rapporto squilibrato. Allo stesso modo, essere amici non significa rivelare ogni cosa di sé, compresi gli aspetti più segreti, ma sapere di avere accanto una persona con cui poter parlare di tutto, senza il timore di essere giudicati negativamente.

Essere amici, infine, significa anche saper ascoltare con attenzione le esigenze e le necessità del proprio partner, a patto che l’ascolto sia partecipe, rivolgendo tutta la propria attenzione all’altra persona. In questo modo si entra in sintonia con il mondo del proprio partner, rafforzando il legame.

No, le relazioni non dovrebbero richiedere molta fatica Single Elite

Chiunque abbia avuto una relazione impegnata sa che i rapporti di coppia richiedono tempo, Tuttavia, questa idea  che per coltivare una relazione serva un duro lavoro è una teoria che più che altro serve a giustificare la sopravvivenza di una relazione malsana.

Forse è anche questa la ragione di fondo che rende tante persone titubanti ad avere una storia.

Troppo spesso sento di storie turbolente, relazioni che in realtà, per diversi motivi non funzionano, ma alle quali i due protagonisti tengono ancora e ci si aggrappano più per paura o per mancanza di consapevolezza.

Chiaramente non sono   felici, eppure continuano a ignorare tutte le bandiere rosse   e a mettere in campo tutti i loro sforzi in relazioni tossiche

Resto sempre ferma sul punto che, prima di iniziare una relazione sana, in realtà, bisognerebbe lavorare un po’ su di sé, sulla propria persona, vita, insicurezze e punti fissi, queste sono le fondamenta sulle quali poi potrete costruire qualsiasi cosa, anche un castello!

Fatta questa premessa, sì, le relazioni richiedono un  po’ di lavoro, ma  quel  lavoro  dovrebbe scorrere    naturalmente  e  dovrebbe  sempre essere  distribuito   equamente.

Non è così difficile  ascoltare il tuo partner, riconoscere le sue emozioni i suoi sentimenti, fare ammenda quando li hai feriti  o  abbracciarlo  quando  ha bisogno  di  conforto. Queste sono cose che    facciamo tutti senza sforzo quando amiamo qualcuno.

Ma Se sei l’unico a farli, allora qualcosa non va.

Da dove vengono le tue convinzioni?

Molto probabilmente bisognerà tornare al tempo dell’infanzia, quando il nostro mondo emotivo e relazionale cominciava a prendere forma, in base a quello che era il rapporto con i nostri genitori, e specialmente, con il genitore del sesso opposto. Avere avuto un genitore assente, duro o anaffettivo determinerà inevitabilmente i nostri futuri rapporti amorosi.

Il punto è  che quando cresciamo   in un ambiente   instabile,  esigente, in cui  i  nostri genitori non condividevano  i  nostri  sentimenti o non celebravano i  nostri successi, tenderemo ad essere noi a  fare  la maggior parte del lavoro  emotivo nel nostro  rapporto  con  loro.

Mostriamo  loro  l’amore anche quando sono  lontani, ci scusiamo anche quando  sentiamo  di  non aver fatto  nulla  di  male e facciamo  ammenda  anche quando sono loro che hanno detto  qualcosa  di  doloroso.  E di conseguenza,   normalizziamo    questa  dinamica. Crediamo che sia  così  che  dovrebbero  essere  le  relazioni: squilibrate e drenanti delle nostre energie, quando in realtà dovrebbe essere il contrario.

Se questo è stato il nostro imprinting da adulti, quando  ci  troveremo  in una  relazione  romantica,    faremo  lo  stesso.  Per la teoria del precedente tenderemo a ripetere lo schema e ci ritroveremo in una relazione dove siamo noi a fare gran parte del lavoro, perché ci è stato insegnato che volere la  reciprocità    è  troppo.

E questo è  ciò   che  intendo  quando  dico  che  le   relazioni  non  dovrebbero richiedere  molto  lavoro. Certo, devi presentarti e fare qualche sforzo, ma  quegli  sforzi  non  dovrebbero   mai essere unilaterali.   Se ti senti prosciugato,  ansioso  o come  se qualcosa fosse  spento,  allora  probabilmente  dovresti  riconsiderare  la  tua  relazione.  

Combattere tutto  il tempo  non  è  normale. Sentirsi sempre  gelosi e insicuri   non  è   normale. Camminare sui gusci  d’uovo e  pensare   sempre due  volte  ogni  volta  che vuoi  dire  qualcosa  non  è  normale…

Ti meriti  qualcuno  che  mostri  affetto  e  che sia  disposto a scusarsi  tanto  quanto  te. Ti  meriti  qualcuno  che  voglia  conoscere  ogni  singola  parte  di  te, non importa  quanto  disordinato,  complicato o problematico    pensi    di  essere.

Ci saranno  sempre  lotte in qualsiasi    relazione, ma  aspettarsi  un  senso generale  di    felicità, pace e  comprensione  non  è  troppo. In  effetti,  questo è  esattamente  quello  che    dovresti  chiedere.

Non è facile vedere  le cose   in modo  chiaro  e  oggettivo    quando siamo  innamorati, specialmente quando  siamo  condizionati a credere che i  nostri sentimenti  più profondi non contino.

Ecco perché  essere  connessi  al  tuo  vero  io   è  così  importante. Senza  consapevolezza di sé ci  lasciamo  influenzare  dal  rumore  che ci  circonda    e  perdiamo  il  contatto  con la nostra    intuizione.

Il tuo subconscio, la tua parte più profonda sa se sei  veramente  felice o  no. Sa  se  senti  quella  pura  gioia  che  deriva  dall’essere     così  amato    e  soddisfatto che non puoi fare a meno di avere infinite quantità   di energia da  restituire a  te  stesso  e al mondo.

La persona giusta non ti farà  mai  sentire  come se   stessi chiedendo troppo,  Ti ascolterà, ti conforterà e  ti rispetterà. Mostrerà empatia verso le tue emozioni e ti rassicurerà ogni volta che ti sentirai insicuro.

Potranno anche ferirti, ma saranno loro a scusarti, non tu.

Ed è esattamente quello che ti meriti, quindi non accontentarti di niente di meno.

 

Il vero amore esiste ancora? Come riconoscerlo e come alimentarlo

Il vero amore è un sentimento forte e duraturo tra due persone che hanno una relazione felice, appassionata e appagante. Un esempio di vero amore è l’emozione condivisa tra una coppia che è sposata da 40 anni e che è ancora appassionata l’una dell’altra.

Come si fa a mantenere accesa una vita amorosa?

In tema di amore vero ci sono molte domande a cui non è semplice dare una risposta.

C’è bisogno che si abbiano gli stessi interessi o può essere amore anche se si è diversi? necessita la vicinanza o Può durare anche a distanza?  Nasce a prima vista o conoscendosi?

Tanto per cominciare, amore vero non significa quantità, ma qualità del tempo trascorso insieme. Stare con un’altra persona 24 ore su 24, 7 giorni su 7 non è affatto consigliabile per nitrire una storia d’amore, anzi, un po’ di assenza fa monto bene alla coppia.

Stando troppo tempo insieme, infatti, si finisce col distruggere il mistero o eccitazione… e questo e può portare alla noia e all’indifferenza. 

Se qualcuno volesse stare con il proprio partner per tutte le ore del giorno, questo potrebbe essere un segno di uno stile di attaccamento insicuro, o di dipendenza affettiva che può portare a problemi in seguito; ma può anche essere il sintomo di una persona troppo gelosa, possessiva e che tende a voler controllare il partner.

Se qualcuno sta cercando di isolarti dai tuoi amici e familiari, è una delle bandiere rosse di manipolazione emotiva, in tal caso, corri veloce nella direzione opposta!

Distinzione tra infatuazione e amore vero

L’infatuazione è un amore idealizzato che accade principalmente sul piano dell’immaginazione senza bisogno che ci sia un legame reale tra i due. Di contro, per definirsi innamoramento si devono conoscere più a fondo le qualità del nostro lui o della nostra lei.Il vero amore esiste ancora? Come riconoscerlo e come alimentarlo

Le persone si innamorano per diversi motivi.

A volte è l’attrazione fisica che ti fa perdere la testa. Altre volte è la voglia di avere qualcuno accanto per scacciare la solitudine  Ma a volte, capita che si crei una complicità perfetta.. di quelle che ti fanno venire le farfalle allo stomaco.

L’innamoramento non è ancora amore vero, ma…

Può essere folle, intenso e passionale, ma essendo “fatto della stessa sostanza dei sogni” è etereo, volubile, inafferrabile e può anche spezzarti il cuore, lasciando cicatrici che rimarranno sulla pelle a vita.

Mai stancarsi di giocare nelle giostre dell’amore… Ma è un po’ come se ci si stancasse di trastullarsi con giochi da bambini e si volesse iniziare a giocare da adulti

Il vero amore va alimentato… e la comparazione che preferisco quella che lo paragona a un albero; la pianta dell’amore vero nasce da una terra ricca di nutrienti e può continuare a evolversi all’infinito.

Come riconoscere l’amore vero

Quando si ama veramente si desidera la crescita e il benessere della persona amata anche se questa crescita e questo benessere la possono portare lontano da noi. La qualità che, più di tutte, contraddistingue l’amore vero è dunque la mancanza del senso di possesso.

I pilastri di una relazione sana, solida e destinata a durare.

La fiducia. Per fiducia non si intende soltanto la fiducia nel partner, ma anche la fiducia in se stessi. Senza questa fiducia si è destinati a vivere nella paura di essere abbandonati, finendo inevitabilmente per tentare di tenere tutto sotto controllo e per sabotare le chance di vivere e costruire una relazione felice.

La capacità di stare da soli

Nel meraviglioso libro L’arte di amare”  di Erich Fromm si afferma che la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d’amare. , non si può definire amore vero quando le identità di due persone si estinguono in una coppia. Se non si è capaci di stare da soli la coppia sarà solo un palliativo per placare la propria ansia da solitudine e abbandono.

L’empatia. È l’abilità di mettersi nei panni dell’altro per comprendere il suo punto di vista. Moltissimi psicologi esperti di terapia di coppia affermano che l’empatia è il collante che mantiene vivo un rapporto e che senza di esso la relazione ha pochissime possibilità di sopravvivere. Nel libro “Perfect Love, Imperfect Relationships”, John Welwood pone l’empatia alla base dell’amore vero in quanto elemento che consente di creare un reale contatto, diventare un tutt’uno con se stessi, con gli altri e con la vita stessa.

Una buona comunicazione. Nell’amore vero i due partner hanno la pazienza di superare le difficoltà che nascono dai fraintendimenti e di imparare a poco a poco a usare le parole giuste nei momenti giusti.

Il Senso di giocosità. Ridere e scherzare insieme aiuta a costruire il legame e prepara per i periodi di avversità; alimenta un senso di spontaneità e rende più predisposti a lasciarsi andare, incrementando così il benessere mentale individuale e della coppia.

I 4 tipi di “confini” di cui hai bisogno per una relazione sana Single elite coppia

Qualsiasi relazione, sia essa sentimentale, familiare, di lavoro o d’amicizia, per essere felice e duratura deve prevedere dei confini. Ma cosa si intende? Stabilire confini è qualcosa che le persone emotivamente mature fanno naturalmente: tengono in considerazione; rispettano i propri limiti personali e quelli altrui e si aspettano lo stesso in cambio. Stabilire dei confini è opportuno in tutti i rapporti interpersonali, ma (sorpresa) è utile specialmente nella vita di coppia. È importantissimo tener ben presente questi fattori, anche e soprattutto quando c’è l’euforia dei primi tempi.

Prima di entrare nel vivo del discorso, lasciate che vi dica questo: se avete la tendenza a sentirvi prosciugati, manipolati o sfruttati quando avete a che fare con altre persone, significa che avete bisogno di rafforzare un po’ i confini nella vostra vita; e sappiate che sarà così anche per il vostro partner, specialmente se è un uomo.

Personalmente, so cosa significa; mi sono sentita anche io così per molto tempo. Dicevo di sì ogni volta che qualcuno mi chiedeva qualcosa, anche se in realtà non avrei voluto farlo, non riuscivo nemmeno a considerare la possibilità di negare le richieste degli altri.

Questo è ciò che accade quando non abbiamo consapevolezza dei nostri bisogni emotivi, fisici e spirituali.

Sfortunatamente, la nostra società ha normalizzato questo comportamento emotivamente malsano e, di conseguenza, pensiamo che sia normale sentirsi a disagio o inadeguati quando ci troviamo in una condizione di sano amor proprio; questo viene spesso etichettato come egoismo.  Beh, non lo è.

Stabilire dei confini in tal senso può essere impegnativo, soprattutto se siamo circondati da persone abituate alla nostra personalità empatica, altruista e che non hanno nessuna concezione delle zone da non oltrepassare.

Ma ricordiamoci che abbiamo il diritto di parlare dei nostri limiti. Abbiamo il  diritto di vivere una vita appagante che non sia dettata dalle richieste e dalle aspettative degli altri; per esprimere i tuoi pensieri e bisogni genuini senza sentirti sotto pressione per compiacere tutti.

Non è egoismo, è un tuo diritto.

Secondo la Dott.ssa Nicole LePera, ci sono 4 tipi di confini. Spero che questo articolo ti faccia capire quanto siano cruciali e come la tua vita e le tue relazioni possano migliorare una volta impostate.

1) Confini emotivi

In queste situazioni, i confini sono fondamentali. Ti permettono di prendere una decisione consapevole su come ti senti e con chi interagisci.

Forse ti sembra strano, ma non è tuo dovere condividere il tuo tempo e la tua energia con gli altri. Se ti senti stanco o semplicemente  vuoi stare da solo, meriti di prenderti il tuo tempo per ricaricarti.

2) Limiti delle risorse

Ricordo ancora i momenti in cui venivo coinvolta in centinaia di progetti, avrei avuto un’agenda ancora più fitta e ingestibile e mi sarei sentita esausta alla fine della giornata. La mia incapacità di rifiutare le richieste degli altri stava chiaramente rovinando il mio benessere. Quando qualcuno ti chiede se vuoi uscire o se puoi aiutarlo con il loro progetto, puoi esprimere i tuoi limiti.

Quando ho iniziato a parlare dei i miei limiti mi sentivo come se fosse un fallimento; come se stessi deludendo tutti quelli intorno a me.

Ora, faccio davvero tesoro del mio tempo, così tanto che pianifico la mia vita anche in base al mio bisogno di ricaricarmi. Non dico più di sì a tutto; invece, penso “ok, se sarò super occupata martedì, allora mercoledì mi prenderò un po’ di tempo per me stessa”.

3) Confini fisici

I confini fisici si riferiscono ai tuoi limiti personali: ciò che riguarda ad esempio, il tuo corpo, la tua casa, la tua auto, la tua stanza, il tuo ufficio, essenzialmente il tuo spazio personale o la tua realtà fisica.

Tua madre apriva sempre la porta della tua camera da letto ogni volta che volevi giocare da solo o stare con i tuoi pensieri?…  Da bambini, ciò che questo ci ha insegnato è che non meritavamo di avere il nostro spazio personale. Tuttavia, da adulti, non siamo più vittime. Abbiamo il potere e il dovere di cambiare la nostra realtà e rivendicare spazi.

4) Confini materiali

Questi confini ti aiutano a capire cosa tollererai o meno riguardo ai tuoi effetti personali, in particolare il modo in cui vengono utilizzati.

Preoccuparsi di come vengono trattate le tue cose non è da egoista, hai tutto il diritto di far sapere alla gente che qualcosa è importante per te e di chiedere che venga trattata con attenzione.

Stabilire limiti non è facile. Molte persone ti ignoreranno, diventeranno reattivi o ti manipoleranno per farti sentire in colpa perché non sanno come gestire la tua individualità, ma questo sarà un loro problema, non tuo.

All’inizio potrai sentirti un po’ a disagio nel farlo, ma il tempo e la pratica lo renderanno più facile, e alla fine arriverai a un punto in cui ti amerai così tanto che non potrai fare a meno di proteggere i tuoi spazi fisici, emotivi e il tuo benessere.

Solitudine: come incide sulla nostra vita emotiva

La pandemia in corso sta cambiando il nostro mondo, troppo rapidamente e inaspettatamente. La seconda ondata, ci ha costretti nuovamente a rimettere tutto in discussione, a cambiare improvvisamente, e la nostra resilienza emotiva che già era stata messa a dura prova dalla prima ondata si è ritrovata di nuovo a sostenere un carico pesantissimo di malessere emotivo, e di conseguenza sentimentale.

Ci siamo ritrovati di nuovo a vivere una condizione di cambiamento, in un clima di incertezza per tutti. Abbiamo affrontato ulteriori mesi di confinamento, di chiusura di tutte le attività, l’interruzione dei viaggi e talvolta anche delle relazioni, ci siamo adattati a lavorare e studiare a casa, a distanza.

Tuttavia, non si possono trascurare le conseguenze emotive sulle persone: oppresse da tristezza, rabbia, angoscia e depressione.

Secondo gli esperti, gli esseri umani hanno due esigenze fondamentali ma in conflitto: la necessità di esprimere la propria individualità e la necessità di appartenere a una comunità. Pertanto, quando uno di questi due bisogni è sbilanciato, si verifica un grave squilibrio emotivo. 

Questo confinamento, nel quale siamo obbligati a vivere, viola direttamente il nostro bisogno di appartenere a una comunità e questo, a lungo andare, senza dubbio chiederà un prezzo.

Molto è stato scritto su come il sentimento di solitudine, specialmente quello indesiderato, sia diventato il primo fattore di rischio per la salute nelle società occidentali, anche al di sopra di quello dell’obesità.

Non sorprende che il Regno Unito abbia creato, nel 2018, il “Ministero della solitudine” per affrontare questo problema che ha colpito più di 9 milioni di persone in quel paese (il 13,7% della popolazione totale).

I dati sono precisi e conclusivi: la solitudine è diventata la malattia del XXI secolo, anche se è necessario distinguere la solitudine dal vivere o essere soli, perché questo può essere una scelta personale o solo una situazione temporanea. 

Diversi studi scientifici dimostrano che la solitudine e la mancanza di sostegno sociale sono collegati a una serie di esiti negativi sulla salute, tra cui le malattie cardiovascolari, l’obesità e le complicanze che possono derivarne.

I nostri stati emotivi sono inestricabilmente legati alla nostra salute fisica.

In un recente articolo pubblicato su Policy Insights from the Behavioral and Brain Sciences, gli autori Lisa Jaremka e Naoyuki Sunami affermano che dobbiamo prestare maggiore attenzione alle cause e alle conseguenze della solitudine.

Dopo aver esaminato gli studi su diverse forme di isolamento sociale gli autori concludono che dovremmo considerare la solitudine e la mancanza di sostegno sociale come una minaccia al senso di appartenenza.

La psicologia e le ricerche condotte nel suo ambito ci dicono che la realtà condiziona il nostro sentire.

I momenti di crisi come quello che stiamo vivendo ci portano a capire ciò che più conta …

Può darsi che dopo questo periodo di confinamento, rafforzeremo la nostra consapevolezza su ciò che conta davvero in questa vita: l’amare ed essere amati.

Gelosia: cos’è e come affrontarla Single Elite

La gelosia è quel sentimento di attaccamento possessivo, ed esclusivo rivolto ad una persona, che si risveglia ogni volta che questa si allontana da noi per andare verso qualcun altro.

La gelosia sopraggiunge non solo nell’ambito della relazione amorosa, ma può esistere anche in altre relazioni: familiari, d’amicizia etc.

“Nella gelosia c’è più amor proprio che amore” scriveva La Rochefoucauld. Infatti, anche se la giustificazione di chi è morbosamente geloso è spesso: “reagisco così perché tengo a te, perché ti amo troppo”, le cause della sua gelosia sono da ricercare più nelle sue ferite e insicurezze che non nel comportamento della persona che dice di amare.

Lise Bourbeau, nel suo libro “Le 5 ferite e come guarirle” parla proprio della gelosia ossessiva come un risultato possibile che consegue una profonda ferita da abbandono o da rifiuto. La mancanza di stima di sé è dunque una delle chiavi della gelosia: non sentendosi sicuro di sé il geloso sostituisce la fiducia con la sorveglianza.

Non riesce a dirsi: “le mie qualità sono sufficienti a trattenere l’altra persona o a farla tornare da me”.

Il partner diventa così l’ancora di salvezza per coprire ed occultare questi sentimenti di insicurezza interiori.

C’è una gelosia sana e una gelosia patologica. Il confine è sottile ma in generale si può dire che la gelosia sana è quella che è rivolta a preservare il rapporto.

La gelosia patologica è la paura eccessiva ed immotivata di perdere il partner o l’affetto di un’altra figura ai quali si è legati, come un figlio, un’amico/a ecc.

È quella che ti fa sentire sentimenti dolorosi, anche in situazioni di (normali) interazioni del proprio partner con gli altri.

La radice di tutto ciò va ricercata sia nelle ferite emotive sopra citate ma anche in una insicurezza interiore che può essere più o meno grave a seconda della gravità della gelosia patologica che si manifesta.

Degli ottimi rimedi per risolvere questa condizione interiore e quindi il lavoro su di sé. Costante e amorevole lavoro su di sé. L’accettazione del proprio Io; iniziare delle terapie per curare o comunque migliorare gli effetti dannosi che le ferite emotive di abbandono o di rifiuto hanno sul nostro inconscio e quindi sui nostri atteggiamenti.

Molto utile ai fini dell’equilibrio emotivo è anche coltivare le proprie passioni o riempire la nostra vita dedicandoci ad un hobby interessante.

Un altro aspetto del lavoro su di sé molto importante che sicuramente è legato all’aspetto emotivo e psicologico è quello dell’iniziare ad amare il proprio corpo prendendosene cura ad esempio con una giusta alimentazione, delle sane abitudini di vita, sport e cura della propria persona.

Sentirci più attraenti allevierà in maniera notevole la nostra insicurezza, aumentando la nostra fiducia in noi stessi e di conseguenza facendo sparire molte di quelle paure insensate di perdere le persone che amiamo.

Sentirsi in un costante percorso di crescita interiore ed esteriore ci permette di sentirci delle persone migliori, di conseguenza più tranquille e sorridenti questo nuovo mood attrarrà le persone verso di noi, a cominciare dal nostro partner che tanto amiamo.

GELOSIA MORBOSA: GLI EFFETTI NEGATIVI NELLE RELAZIONI:

La gelosia eccessiva crea una pressione negativa e un clima di tensione nella relazione, a lungo andare insostenibile. Il partner della persona eccessivamente gelosa si sente forzato e privato della sua libertà (fisica e/o emotiva). Questo spesso spinge a porre fine alla relazione.

GELOSIA: IL RETAGGIO DI UN BISOGNO VITALE

L’amore degli altri è un elemento vitale per ciascuno di noi, questo è innegabile ed è anche dimostrato scientificamente. Noi dipendiamo dall’amore degli altri. La gelosia infatti è un retaggio del bisogno iniziale di amore totale che avevamo alla nascita; senza l’amore esclusivo di nostra madre saremmo morti.

Una volta divenuti adulti però, anche se la nostra sopravvivenza non è più in gioco, tendiamo ugualmente a soffrire per ogni allontanamento affettivo da parte delle persone che riteniamo importanti.

LA PROFEZIA AUTOAVVERANTE.

Uno degli effetti collaterali peggiori, è che, volendo controllare, “possedere” e domare l’amore altrui… lo si uccide: chi è geloso finisce per non essere più amato ma soltanto temuto, e per questo lasciato. Ed ecco che la profezia si avvera: la mia gelosia eccessiva data dalla mia paura di essere abbandonato, non fa altro che creare situazioni che inevitabilmente realizzano esattamente il mio più grande timore, ovvero quello dell’abbandono.

IMPARARE LA TOLLERANZA.

In realtà, tutti noi, e così anche il nostro coniuge, ha il diritto di avere un rapporto di complicità anche con altre persone, i nostri figli hanno il diritto di lasciarci, i nostri amici hanno il diritto di avere altri amici.

Dopo il desiderio di essere amati, e dopo quello di essere i preferiti, subentrerà, se non facciamo attenzione, il desiderio di essere i soli e gli unici oggetti d’amore delle persone che amiamo, la principessa indiscussa , colei o colui che siede su di un trono inspodestabile… lo sappiamo, sarebbe bello e rassicurante, ma i rapporti, la vita, non funzionano affatto così, e dobbiamo farcene una sacrosanta ragione se non vogliamo innescare profonde sofferenze, per noi e per gli altri.